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Testamento di Miguel Mañara (1679)

Testamento di Miguel Mañara (ACA, Collezioni, Riserva, 13)

Miguel Mañara

Miguel Mañara nacque a Siviglia nel 1627, in una famiglia agiata; i genitori erano Tomas de Mañara, commerciante proveniente da Calvi (Corsica) che fece fortuna nelle Indie, e Jerónima Anfriano Vicentelo, sivigliana di discendenza corsa.

Ereditiero del patrimonio familiare dopo la morte dei fratelli maggiori, visse una gioventù dedita ai piaceri della vita, ma a seguito della morte della moglie Jerónima Carrillo, cambiò radicalmente vita. Entrò nella Confraternita della Carità sivigliana, di cui fu Fratello Maggiore fino alla morte, e fondò l'Ospedale della Carità per assistere i numerosi malati e mendicanti della città. Dispose di essere seppellito presso la chiesa della Santa Carità, e in particolare nel portico, sotto una lastra con il conosciuto epitaffio qui giacciono le ossa e le ceneri del peggiore uomo mai esistito al mondo.

Alla sua morte, che suscitò commozione nella città, Siviglia volle dichiararlo venerabile, avvolgendo di un'aura leggendaria i suoi anni giovanili. La leggenda fu di ispirazione per il romanticismo francese, che modificandone il nome in Giovanni, lo associò al personaggio del Tenorio di Tirso de Molina. E alla sua fama di seduttore allude il sivigliano e universale poeta Antonio Machado, nei suoi versi ni un seductor Mañara ni un Bradomín he sido, ya conocéis mi torpe aliño indumentario.

Il testamento

Miguel Mañara redasse il proprio testamento a Siviglia il 17 marzo 1679; dopo averlo scritto di suo pugno e chiuso, lo consegnò allo scrivano Francisco Fernández, che ne diede pubblica lettura alla sua morte il 9 maggio.

Il testamento risponde, nei suoi tratti essenziali, a quelli della sua epoca: invocazione, un'intensa professione di fede e intestazione (io Miguel Mañara, cenere e polvere, peccatore sventurato). Segue il corpo del documento: l'esposizione dei motivi, che include l'imprescindibile espressione del leale giudizio, le clausole dispositive, in cui dispone la propria sepoltura, nomina come ereditiera universale la propria anima e ordina messe, suffragi, offerte e doti ai servitori. Conclude con la designazione di esecutori testamentari e con la revoca dei testamenti precedenti, la data e la firma del testatore.

Percorrendo il testo, è possibile vedere come l'espressione letteraria superi il mero dispositivo: Todo lo que no es Él digo es mentira, y lo tengo por estiércol y basura y quimera de hombres vanos y ridículos…; ¡Ay de mí! ¡Quién se cayera muerto antes de acabar estos renglones y, pues van bañados con mis lágrimas, fueran acompañados con el postrer suspiro de mi vida!; la parola dura agli esecutori se non rispettano il funerale e la sepoltura porque quisieron oir las voces del mundo fantástico y soberbio,... las razones vanas, llenas de fausto y vanidad…en la vana pompa de dar sepultura a un cuerpo podrido; o l'estesa petizione e l'offerta del perdonoa todas las personas a quien hubiere ofendido y escandalizado, che precede la data.

La copia dell'ACA

L'esemplare conservato presso l'Archivio della Corona d'Aragona è una copia semplice dell'epoca, a cui precede il titolo di “Testamento del Venerablie Servo di Dio Miguel de Mañara, Cavaliere dell'abito di Calatrava, Nato a Siviglia e Reedificatore dell'insigne Casa della Carità della stessa città”.

L'esemplare è un bifolio inserito nell'archivio nell'anno 1955 insieme ad altri documenti di provenienza e contenuto eterogenei, acquistato al libraio e bibliofilo José Porter. Avvertito il loro interesse, fu aggiunto alla collezione di documenti curiosi e notabili, con segnatura ACA, Collezioni, Riserva, 13.

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