Ud está aquí:
  1. Home
  2. Attività
  3. Documenti per la Storia d'Europa
  4. I rifugiati moriscos della nave "La flor del mar" (1610)

I rifugiati moriscos della nave "La flor del mar" (1610)

Relazione di Hernán López

Il problema morisco

I rifugiati e le espulsioni di gruppi e minoranze etniche e religiose sono una realtà, benché l'emigrazione forzata e la proscrizione di persone sono istanze di lunga data. Tra il 1609 e il 1610, Felipe III decise pragmaticamente di deportare un elevato numero di persone, i moriscos. Era deciso a costruire un'identità comune nei suoi diversi regni, basata sulla religione cattolica. Le ripercussioni economiche e sociali derivanti dall'espulsione si protrarranno per generazioni, benché furono numerose le testimonianze di ritorni di moriscos in penisola. Il consiglio di Stato ne era consapevole e questi arrivi erano presenti in numerose consultazioni ai diversi Consigli Reali.

“...avendo pietà della loro povertà e persecuzione...”

L'arrivo, il 1 novembre 1610, della nave "La flor del mar", capitanata da Guillermo Garret, di nazionalità inglese, al porto di Alicante con 71 moriscos ( o granadinos), 14 ebrei e 30 musulmani di Algeri, con prigionieri cristiani, fu uno dei casi con più risonanza. Queste persone commentavano di essere stati ingannate da Garret, che promise loro di condurle a Tetuan, città in cui pensavano di commerciare le loro merci. Giunti in alto mare, essi furono aggrediti dai marinai inglesi (ci furono decessi), i quali sequestrarono i loro beni. Attraccarono ad Alicante, dove Grarret richiese un salvacondotto mediante il quale il capitano inglese sottoponeva a schiavitù le persone che si erano imbarcate con lui ad Algeri, e giustificava come atto di "buona guerra" il sequestro delle loro merci. Durante la loro prigionia, queste donne, uomini e bambini furono maltrattati, sottoposti a restrizioni alimentari senza alcuna possibilità di difesa; alcuni terminarono venduti. Nelle suppliche inviate da alcuni di questi prigionieri sono presenti le descrizioni degli inumani e ingiusti trattamenti subiti, nonché resoconti dettagliati delle persone schiavizzate e delle proprietà confiscate, che furono ripartite tra alcuni proviri di Valencia, Alicante o Orihuela. Francisco de Castellví, auditore di cause e commerci del Tribunale della Capitaneria Generale, viaggiò ad Alicante su sollecito di Luis Carrillo de Toledo, marchese di Caracena, luogotenente e capitano generale nel regno di Valencia, con l'ordine di chiarire ciò che successe sulla nave inglese. Castellví sostenne gli argomenti del capitano Guillermo Garret; la sua azione fu appoggiata da una lettera reale del 9 dicembre 1610, in cui veniva confermato il salvacondotto ed ordinata la liberazione dei cristiani della nave; era altresì disposto che gli ebrei, i musulmani e i moriscos fossero espulsi oltre le frontiere. Tuttavia disponiamo delle testimonianze ripetute del gesuita Pedro Juan Maionda, che provò compassione per l'ingiustizia commessa contro gli algerini e supplicò l'intercessione del re, chiedendogli in un memoriale di evitare: “che i ladri trovino riparo in Sua Maestà”, poiché “esistono indizi calzanti che molti si siano lasciati corrompere”. E in ragione della mediazione contro il capitano Garret da parte del console dei mercanti inglesi in Algeria, Ricardo Allin, nonché delle molteplici suppliche da parte dei prigionieri che denunciavano gli abusi, la confisca di beni e il loro indebito confinamento, riuscirono a portare la causa al Consiglio Supremo d'Aragona.

Condizioni di rapimento

I moriscos nei fondi dell'ACA

Consultando gli strumenti di descrizione dell'Archivio della Corona d'Aragona, vediamo che esiste un elevato numero di riferimenti documentari relativi all'espulsione dei moriscos. Questi abbracciano un arco di tempo che va dalla fine del XVI secolo fino all'ultimo terzo del XVII. Nel corso di tutto questo periodo, nel Consiglio Supremo d'Aragona vengono raccolti documenti che segnalano sia le perdite che le compensazioni di quello che si conobbe come "problema morisco". Il repertorio di fonti documentali relative a quell'avvenimento storico comprende i precedenti, le politiche sviluppate anni prima con la popolazione morisca, le vicissitudini in cui si produsse l'espulsione e le conseguenze sociali ed economiche scaturite dall'esilio. In questi documenti si sviluppano dei rapporti sulla convenienza del disarmo delle comunità morische o sui diversi procedimenti di adattamento prima dell'espulsione, nonché degli incartamenti relativi alla ripopolazione dei luoghi abbandonati forzosamente e all'occupazione dei beni vacanti per l'espulsione.

ACA, Consiglio d'Aragona, Fascicoli, 706 (4/1) (Consultazione di Juan Ferrer)Salto de línea ACA, Consiglio d'Aragona, Fascicoli,706 (4/5) (Memoriale di Pedro Juan Malonda)Salto de línea ACA, Consiglio d'Aragona, Fascicoli, 706 (4/7) (Memoriale di Hernán López)Salto de línea ACA, Consiglio d'Aragona, Fascicoli, 607 (14) (Accordo del Consiglio d'Aragona)

Subir