Grazie alla loro posizione geografica, quattro vie di espansione vennero aperte ai conti di Barcellona nel corso del secolo XI: a nord, verso i paesi occitani; ad ovest, verso le terre di Lleida e Aragona; a sud, verso Tarragona e il Regno di Valencia; ad est, verso il Mediterraneo. Le vittorie del conte Ramon Berenguer I (1035-1076) sui musulmani contribuirono ad accrescere il suo prestigio anche tra i cristiani. Sebbene in precedenza fossero stati contratti matrimoni tra le case nobiliari su entrambi i lati dei Pirenei, fu Ramon Berenguer I ad avviare con decisione una politica al di là dei Pirenei, che fino ad allora si era vagamente manifestata, al fine di stabilire un ampio dominio nella Gallia meridionale. A questo scopo, nel 1054 sposò Almodis, figlia dei conti de la Marca. Da quel momento, i conti di Barcellona parteciparono alla vita politica delle contee della Francia meridionale, utilizzando abilmente le ingenti somme tassate ai musulmani.
Nel 1066 morirono senza lasciare eredi il conte di Carcassonne e Razés e il visconte di Béziers e Agde. Sia Ramon Berenguer I che sua moglie potevano rivendicare diritti di successione. Nel suo testamento, Ramon Berenguer I lasciò ai suoi figli le contee di Carcassonne e Razés, il castello di Laurac e tutto ciò che aveva nelle contee di Tolosa, Narbonne, Foix, Comminges e Sabarthes. Forse ad integrazione dei suoi piani, Ramon Berenguer progettò il matrimonio del figlio Ramon Berenguer con Mafalda, figlia di Roberto il Guiscardo, Signore di Sicilia.
Le divergenze tra gli eredi di Ramon Berenguer I, culminate nell'omicidio di Ramon Berenguer II, progettato dal fratello, indebolirono il potere dei conti di Barcellona. Dopo alcune rivolte che seguirono il fratricidio, Carcassonne rimase nelle mani di Bernat Ató, visconte de Béziers (1083). Nel 1096, Ramon Berenguer III, nipote di Ramon Berenguer e figlio di Ramon Berenguer II e Mafalda, rilevò la contea di Barcellona e riprese la politica del nonno. Chiese, quindi, la restituzione dei suoi domini. Gli uomini di Carcassonne, fedeli alla Casa di Barcellona, si erano sottomessi a Bernat Ató a condizione che al raggiungimento della maggiore età da parte di Ramon Berenguer III, gli fosse restituito il possesso della contea. Ma Bernat Ató non adempì al suo impegno, sostenuto dal Conte di Tolosa e da Alfonso I d'Aragona. Le rimostranze vennero ribadite nel 1105, con il sostegno dei abitanti di Carcassonne, che si ribellarono al visconte nel 1107. Ma questa rivolta coincise con l’arrivo degli Almoravidi, e poco aiuto fu inviato da Ramon Berenguer III ai suoi sostenitori. Nel 1112, Ramon Berenguer III sposò Dolça, erede di Provenza, Millau, Gevaudan o Gavaldà, e Carlat, con cui si guadagnò l’appoggio per la sua causa del visconte di Narbonne. L'intervento dell'arcivescovo di Narbonne (parente di Dolça e alleato di Bernat Ató) permise di raggiungere un accordo. Bernat Ató riconobbe Carcassonne e la sua contea come feudo dal conte di Barcellona, e lo privò di dodici castelli che possedeva nel sud della Francia, castelli che Ramon Berenguer III restituì ad Ató come suo feudo. Bernat Ató risarcì il conte di Barcellona con una certa somma di denaro e fu prevista anche la possibilità che il conte di Tolosa potesse avanzare delle pretese, nel qual caso Ramon Berenguer promise di appoggiare il visconte davanti a un tribunale. Per quanto riguarda la contea di Razés, che Ató aveva donato al re Alfonso I d'Aragona per soddisfare le richieste del conte di Barcellona, si convenne che se Alfonso fosse morto senza figli o il conte di Barcellona l’avesse riottenuta da lui, allora avrebbe seguito la stessa sorte di Carcassonne.
L’accordo del 1112 stabilì un certo equilibrio nella legalizzazione della situazione precedente, dal momento che Carcassonne e Razés rimasero nelle mani di Ató, anche se la sovranità del conte di Barcellona veniva riconosciuta, ma non risolse definitivamente i problemi. Con Ramon Berenguer III, l'ambiziosa politica al di là dei Pirenei della contea di Barcellona ricevette una spinta definitiva. Ma questa impresa non era vista di buon’occhio né dai conti di Tolosa, né dai re d'Aragona (uniti da legami di parentela) né dai re di Francia. Per tutto il XII secolo, la politica al di là dei Pireni sarà al centro dell'attività dei conti di Barcellona e dei re d'Aragona in questa lotta contro le potenze rivali di Francia e Tolosa fino alla sconfitta di Muret nel 1213.
ACA, Cancelleria Reale, Ramon Berenguer III, Pergamene, Senza data, n. 2
Trascrizione e traduzione parziale